La diversificazione degli investimenti
Uno dei concetti chiave della finanza è la diversificazione degli investimenti.
Vediamo insieme di cosa si tratta esattamente, perché è così importante da implementare e soprattutto il pregiudizio (o bias) cognitivo con cui tutti ci scontriamo.
La diversificazione degli investimenti: come funziona e a cosa serve
La diversificazione ha l’obiettivo di ridurre i rischi a cui andiamo incontro.
Se ci pensate bene in molti aspetti della nostra vita diversifichiamo per ridurre i rischi, ad esempio quando facciamo un viaggio aereo. Se mettiamo tutti i vestiti e gli accessori in un unico bagaglio in stiva sappiamo bene che corriamo un rischio. Qualora ci fossero dei ritardi con la consegna della valigia o nel caso in cui venisse persa, non avremmo niente da mettere una volta a destinazione. Per questo motivo solitamente si opta per un bagaglio a mano in cui mettere il necessario che ci può servire appena arrivati.
Lo stesso concetto si applica in finanza.
La diversificazione consiste nel ripartire i propri risparmi su più strumenti finanziari al fine di ridurre il rischio di perdita del capitale investito.
E’ intuitivo capire che se decidiamo di investire tutti i nostri risparmi in un’unica azione leghiamo indissolubilmente il destino del nostro capitale alle performance di quell’azienda. Se l’attività aziendale su cui abbiamo puntato dovesse andare male, si rischia in questo modo di perdere buona parte del capitale investito con scarse probabilità di recupero.
La diversificazione può evitare che una potenziale performance negativa di uno strumento finanziario vada a ridurre sensibilmente il nostro patrimonio, in quanto questa può essere controbilanciata dalla performance positiva di un altro titolo presente nel portafoglio.
Non è semplice attuare una proficua strategia di diversificazione e per questo motivo è sempre bene affidarsi a un professionista. Una persona esperta procederà a diversificare i vostri risparmi investendo in paesi differenti (diversificazione geografica), in settori poco correlati tra loro (diversificazione settoriale) e da ultimo in strumenti finanziari di diverse tipologie (diversificazione per classe di investimento).
La diversificazione in sostanza è come un vaccino: ci protegge dalla malattia grave (le perdite non recuperabili su gran parte del nostro portafoglio), ma non ci assicura di non prendere la malattia (ovvero che il valore del portafoglio si riduca). Affinché la diversificazione funzioni correttamente va accompagnata da un’adeguata pianificazione temporale!
La diversificazione degli investimenti: l’home bias
La principale preoccupazione di chi investe è sempre quella di subire delle grosse perdite del proprio capitale. In momenti come quelli che stiamo vivendo, caratterizzati da marcate e repentine oscillazioni dei mercati e da un’elevata inflazione, questa preoccupazione solitamente si acutizza.
Come visto sopra un metodo per ridurre il rischio di grosse perdite è la diversificazione accompagnata da una adeguata pianificazione temporale.
Tuttavia c’è un aspetto della diversificazione che la maggior parte delle persone trascura. E’ il così detto home bias: una distorsione cognitiva che porta una persona a investire prevalentemente su ciò che è legato alla nazione di residenza.
Questo comportamento lo si adotta inconsapevolmente perché si è portati a ritenere di conoscere il contesto in cui viviamo e lo percepiamo come poco rischioso.
– percepisce un reddito da un’azienda italiana o è un libero professionista le cui entrate dipendono da clienti italiani;
– possiede immobili in Italia (la prima casa e magari anche la seconda o la terza)
– ha la pensione in Italia (versamenti all’Inps)
– ha soldi su conti correnti di banche italiane.
Insomma, molto spesso senza pensarci non ci rendiamo conto che la maggior parte del nostro patrimonio è investito interamente in Italia! Non diversificare adeguatamente il proprio patrimonio è rischioso tanto quanto le oscillazioni di mercato.
Per concludere
Siamo stati abituati a preoccuparci del nostro reddito e dei nostri risparmi ma non ci è stato insegnato ad avere una visione più ampia e completa. Quando si parla di finanza occorre sempre considerare l’intero patrimonio (anche se non siamo zio Paperone!).
Personalmente non sono un’amante di scenari apocalittici e catastrofici, per cui non vi starò a raccontare delle probabilità che l’Italia fallisca. Il punto è un altro! Dovete abituarvi a considerare sempre tutto ciò che possedete e essere consapevoli che se il vostro intero patrimonio è in Italia correte un rischio. Questo non vuol dire che perderete tutto ma che c’è una probabilità che subiate delle perdite consistenti se si dovessero verificare scenari avversi.
E’ come con la valigia: se mettete tutto in stiva non è detto che poi non avrete il bagaglio al vostro arrivo, ma dovete considerare la probabilità (seppur scarsa) che ciò accada!
Se vi interessa approfondire scrivetemi.